Il concordato biennale per ora non convince: situazione e prospettive

Ivo Lamberti • 1 luglio 2024

Il recente patto fiscale proposto dal Fisco non sembra ancora attrarre le imprese italiane



Premessa

Il concordato preventivo biennale, recentemente introdotto,  è uno scambio tra contribuente e fisco, dove il primo si impegna a versare le tasse concordate con l’amministrazione e il secondo a non effettuare attività di accertamento.

Lo scopo è quello di aumentare il gettito fiscale dotando i contribuenti di uno strumento che permetta di pianificare le uscite per imposte e allo stesso tempo di avere una protezione dai controlli dell'amministrazione.

E' applicabile per le annualità 2024 e 2025 (solo per  il 2024 per i contribuenti nel regime forfettario).

I termini per l'adesione sono attualmente fissati al 15 Ottobre 2024 (con previsione di spostamento a fine ottobre se non al 30 Novembre)


Il software per determinare il reddito di riferimento per il concordato è disponibile da pochi giorni ma già i primi sondaggi (secondo quanto pubblicato oggi dal Sole24ore) tra le imprese rivelano lo scarso interesse a questo strumento.



I vantaggi dell'adesione sono maggiori degli svantaggi?

Occorre innanzitutto dire che per "pesare" vantaggi e svantaggi è necessaria un'analisi personalizzata.


Tra i principali vantaggi vi è:

- la possibilità di conoscere in anticipo le imposte dovute per il 2024 e 2025 in modo da potersi programmare le uscite di cassa

- nel caso in cui il reddito effettivo 2024/2025 dovesse superare quello concordato non vi sarà tassazione sulla differenza.

- esclusione di alcune tipologie di accertamento (ma la protezione non viene estesa a tutte le tipologie di accertamento)

- accesso ai benefici premiali specifici degli ISA.


Veniamo ora agli svantaggi:

- il principale svantaggio è il fatto di dover pagare le imposte su quanto concordato anche nel caso si fosse fatta una previsione errata e il reddito sia di molto inferiore a quanto concordato.

- per uscire dal patto occorre che il reddito effettivo (o il minor valore della produzione) subiscano una riduzione di oltre il 50%.

- in caso di adesione l'acconto di novembre 2024 potrebbe subire una maggiorazione in considerazione del reddito concordato.



Per chi è ipotizzabile l'adesione al concordato preventivo biennale?

Ad oggi si può ragionevolmente tracciare un unico "profilo" di soggetto che potrebbe avere convenienza all'adesione e in particolare:

  • chi abbia la ragionevole certezza di conseguire ricavi e redditi crescenti nel biennio 2024/2025 rispetto agli anni precedenti;
  • oltre all’aver conseguito negli anni precedenti punteggi ISA elevati (così che il reddito richiesto non si discosterà molto da quanto già dichiarato nel 2023)
  • e il voler raggiungere una “tranquillità fiscale” e porsi al riparo da parte degli accertamenti.



Modifiche in corso

Al momento sono in previsione ancora alcune modifiche inerenti alle date di adesione e altri aspetti procedurali.



Come verrà gestito il concordato preventivo da parte dello studio.

Già in fase di compilazione del modello unico effettueremo una prima analisi con il Cliente sulla possibilità o meno di adesione.

La fase successiva (probabilmente in settembre) vedrà, per i Clienti che lo vorranno e daranno incarico allo studio, l'esecuzione di un'analisi soggettiva approfondita per valutare se vi siano tutti i requisiti richiesti dalla norma e  la predisposizione di un'analisi di convenienza. Molto però dipenderà dalle aspettative dei Clienti in merito all'andamento della propria attività per i prossimi due anni.

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